giovedì 16 giugno 2011

Dettaglio programma 2a Uscita Geovagando.org - Zoldo - M. Pelmo e Val Fiorentina -

Carissimi,
l’uscita di Domenica alle impronte di Dinosauro è confermata! Il tempo dovrebbe tenere, speriamo in una bella giornata!!


Vi descrivo il dettaglio della giornata, ho modificato il percorso per inserire due semplici e interessanti tappe!

Partenza parcheggio Sportler Uscita Autostrada TV SUD (arrivate un po’ prima)

Arrivo a Dont (Sopra Forno di Zoldo) dove ci fermeremo, lungo la strada, per vedere un “Affioramento sulla Formazione di DONT.
Quest’affioramento (dove oltretutto ho fatto la Sottotesi di Rilevamento Geologico), è importantissimo dal punto di vista stratigrafico e fossilifero. Potremo cercare e vedere qualche ammonite, potremo vedere una piega (anticlinale ) ad asse verticale, che fa affiorare diverse Formazioni rocciose! La Tettonica in quest’area è molto importante ed ha influenzato enormemente la sedimentazione di questi strati. Pochi chilometri a sud, presso Forno di Zoldo, è presente la Faglia della Val Sugana, lineamento Tettonico di delimitazione SUD delle DOLOMITI. Questo sito sarà una delle mie proposte di Caratterizzazione come di Geosito per la Regione Veneto.


Impronte di Dinosauro M. Pelmo
Prenderemo il sentiero 472 CAI, Cartina Tabacco 000 Foglio 025, partenza dal Passo Stulanza (1766m), sentiero in quota facile senza grosso dislivello. L’ultima parte, per raggiungere le impronte, subito sotto la parete del Pelmo, di circa 20 min, sarà quella un po’ più impegnativa ma alla portata di grandi e piccini! Non vi preoccupate! Allegato il profilo Altimetrico.




Visitate le impronte, “eseguite” le foto di rito, ascoltata la mia spiegazione di circa 3 ore (solo l’abstract)  sulle impronte e sulla geomorfologia del M.Pelmo, andremo in cerca di un’altra Formazione Rocciosa (Strati di Raibl) dove, spesso e volentieri si possono trovare Ammoniti ed altri fossili.
Pranzeremo, quando avremo fame, lungo il percorso e ritorneremo al Passo Staulanza per le caffettino e ci sposteremo a Selva di Cadore.

Selva di Cadore – Museo Cazzetta
Visteremo il museo, per maggiori dettagli, vi linko il sito, o se volete leggete qua sotto:
Costo ad personam 5,00 €

Box Folds Val Fiornetina
Scendendo lungo la statale verso Agordo, sulla Sx idrografica dovremo trovare un Geosito della Regione Veneto (G019). Le Box Fold sono delle particolari pieghe (delle stratificazioni rocciose), molto spettacolari e rappresentanti delle deformazioni avvenute durante il sollevamento delle alpi. Sosta breve e poi torneremo a Treviso.

Ritorno a Treviso verso le 18.00-18.30

Attrezzatura da Trakking, con scarpe da montagna e zaino leggero (non serve lo zaino da 40lt) ! Portatevi una giacca o un poncho se eventualmente piove. Pranzo al Sacco e macchina Fotografica!!
n.015 Tabacco 000 - Marmolada, Pelmo, Civetta-Moiazza
Meridiani Montagne - Civetta 000





Sezione Geologica


1 introduzione al museo
2 sezione geologica
3 sezione archeologica
S scale
A ascensore

"Conosci la tua storia, rispetta la tua terra, consegnala al futuro"
Sala 1 (Introduzione al museo)
Ad introdurre le sale espositive del primo piano, dove si sviluppano le sezioni Geo-paleontologica e Archeologica,  in una saletta (nella pianta contrassegnata come numero 1) sono posti due grandi pannelli. Il primo, sulla parete di destra, illustra la nascita ed evoluzione del museo  e la figura dello studioso autodidatta Vittorino Cazzetta, nativo di Selva di Cadore.
Il secondo, sulla parete di sinistra, aiuta a localizzare i principali rinvenimenti geo-paleontologici e archeologici esposti nel museo e traccia una sintesi, a partire dalla preistoria, della Val Fiorentina; valle che è stata individuata  come area di primario interesse (core zone) dall’UNESCO, che ha riconosciuto le Dolomiti patrimonio mondiale dell’umanità.

Sala 2 (Sezione geologica)
Imboccando il lungo corridoio che porta nel cuore della sezione Geo-paleontologica del museo (numero 2 in pianta), è subito visibile, in una gigantografia, Vittorino Cazzetta, l’appassionato studioso del suo territorio, al quale il museo è stato intitolato.
I pannelli espositivi che si susseguono in questa galleria introduttiva danno un primo cenno sulla conformazione geologica delle Dolomiti, restringendo l’area al territorio della Val Fiorentina, con due digressioni riguardanti le estrazioni di minerali locali. Sono due i pannelli che ne trattano: uno riferito alla cosiddetta “cava dell’onice” (si trattava di una cava in sotterraneo, molto particolare come origine e come materiale estratto), l’altro riguardante l’estrazione del minerale (siderite manganesifera) dalle vicine miniere del Fursil con le relative vie di trasporto: la così detta “Strada da la Vena” e le varie “Strade del Ferro”. La prima serviva per trasportare il minerale estratto al  castello di Andraz , al forno di Armentarola e quindi a Bressanone, le altre per rifornire i vari forni in area della Repubblica di Venezia, e cioè di Selva, Caprile, Pescul, Dont, Forno, Borca di Cadore.

Proseguendo ci si trova in un’ampia sala dove il visitatore è guidato attraverso l’intera storia geologica della valle: pannelli illustrativi, disegni, fotografie,particolari e dettagliate ricostruzioni di antichi dinosauri, campioni di rocce e una ragguardevole e scelta raccolta di fossili, descrivono come si sia modificata questa area durante il Triassico.
Tale periodo geologico, compreso tra 251 e 199 milioni di anni fa, è di gran lunga quello maggiormente documentato in tutte le Dolomiti.
A sovrastare la sala è stato collocato un enorme calco, riproducente la superficie del masso di dolomia, crollato ai piedi del monte Pelmetto, dove sono visibili varie impronte di vertebrati riconosciute, per la prima volta in Italia, come orme di dinosauri. Sono queste a rappresentare l’elemento topico di questa sezione; una proiezione “olografica” su tale calco, ne evidenzia inoltre, in modo suggestivo, la disposizione in una vera e propria pista di dinosauri.

Sezione Archeologica




1 introduzione al museo
2 sezione geologica
3 sezione archeologica
S scale
A ascensore

"Conosci la tua storia, rispetta la tua terra, consegnala al futuro"
Dalla sezione Geologica si accede alla sezione Archeologica
Sala 3 (Sezione Archeologica)
Dai milioni di anni si passa alle migliaia entrando nella sezione archeologica;  questa si snoda in una serie di sale (segnate in pianta con il numero 3), dedicate al Mesolitico nella Val Fiorentina. Un pannello sulla parete di sinistra, introduce l’argomento fornendo un inquadramento generale sul sito archeologico in quota (sito n. 1) di Mondeval de Sora (2150 m. s.l.m.). Qui sono stati documentati i resti di capanne, con una sequenza di strati archeologici contenenti non solo strumenti in selce lavorata, ma anche resti di pasto (ossa) di animali cacciati, e di carboni pertinenti ai focolari.
Una delle due vetrine presenti nella sala illustra le caratteristiche dell’ambiente e dell’economia di sussistenza praticata dall’uomo cacciatore-raccoglitore del Mesolitico.


                          
La seconda vetrina, sulla parete opposta,  ospita tre pannelli dedicati alla conca di Mondeval de Sora, al nomadismo stagionale nel territorio alpino e alla tecnologia litica, nonché due plastici di carattere ambientale e una selezione di strumenti in selce lavorata.
Nella parete di fondo un accurato diorama, integrato da un supporto audio, ricostruisce alcuni aspetti della vita e delle attività condotte in una capanna mesolitica, ricavata sotto un riparo, sulla base dei dati desunti dallo studio scientifico del sito di Mondeval de Sora.
Procedendo nel percorso archeologico seguono due sale: la prima ospita gli oggetti del corredo funerario ritrovati nella sepoltura del cacciatore mesolitico, divenuto famoso come “Uomo di Mondeval”. Tali reperti sono di rara bellezza ed enorme importanza sia per conservazione, che  per qualità e quantità (spiccano ad esempio un accurato arpione e una collana di denti canini di cervo).
La seconda, alla fine di questo percorso,  ambientata suggestivamente, dove la luce si affievolisce, frantumandosi in un cielo stellato (la costellazione di Orione) ospita, in una scenografia mozzafiato, lo scheletro originale dell”Uomo di Mondeval”; conservatosi straordinariamente integro, in posizione supina, questo si trova all’interno di una teca pavimentale opportunamente climatizzata, riproducente quella che è la sepoltura antica ritrovata a quota più elevata d’Europa.
Anche qui la visita è agevolata da un utile supporto audio e da particolari e opportune luci che evidenziano il corredo funerario.
A concludere  il percorso archeologico si trova un video che ricostruisce la probabile fisionomia dell’Uomo di Mondeval sulla base delle caratteristiche del teschio.

Sezione Storica


1 sezione protostorica
2 archivio e pergamene
SA saletta audiovisivi
S scale
A ascensore
T toilette

"Conosci la tua storia, rispetta la tua terra, consegnala al futuro"
La sala principale del secondo piano ospita la sezione protostorica e storica.
Qui l'allestimento non è definitivo.
Nelle vetrine lungo le pareti sono esposte, tra l’altro, alcune varietà di selci lavorate del tardo neolitico e dell’età del rame provenienti dal sito di Mandriz (1750 m. s.l.m.), al quale appartengono anche resti faunistici e frammenti di vasi a bocca quadrata, e una particolare olla rinvenuta integra.  Questo riparo veniva utilizzato stagionalmente dai pastori che praticavano la transumanza nella Val Fiorentina. Interessanti sono anche alcune testimonianze epigrafiche, originali e in copia. Fra queste si può ammirare, al centro della sala, la stele paleoveneta del monte Pore ritrovata nel 1866 e dal significato ancora incerto. I calchi di tre iscrizioni rupestri del monte Civetta, danno l’indicazione dell’antico confine tra i territori dei municipia romani di Bellunum (Belluno) e di Iulium Carnicum (Zuglio Carnico).
Sono esposte inoltre delle pergamene di epoca medioevale con antiche mappe, che costituiscono  le prime testimonianze scritte della storia del paese di Selva di Cadore e del territorio circostante e un bel rilievo lapideo raffigurante un leone marciano, già sul confine tra la Repubblica di Venezia e il Tirolo. Una serie di pannelli illustrati infine offre un sunto della particolare storia mineraria della valle, in questa zona di confine millenario.
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L'uomo di Mondeval

Durante una campagna di scavo archeologico,  promossa da una segnalazione di Vittorino Cazzetta, a Mondeval de Sora a 2.150 metri di quota, nel Comune di San Vito di Cadore,  venne alla luce nel 1987 una sepoltura mesolitica. Sotto un riparo formato da un masso erratico, un cacciatore tra gli ultimi rappresentanti del tipo Cro-Magnon, vissuto circa 7.500 anni fa, venne sepolto con tutto il suo ricco corredo, praticamente sotto il pavimento di una capanna allestita da cacciatori mesoliti, che hanno frequentato il sito a partire da quasi 10.000 anni fa.
La perfetta conservazione dello stesso scheletro e di altri reperti organici è già un fatto eccezionale, unico per la quota, quando normalmente si conserva solo la selce. Il ricco corredo ed i resti di pasto hanno dato risposte a molti interrogativi sui cacciatori mesolitici, dei quali fino a una quarantina di anni fa, la frequentazione dell'alta montagna era ancora sconosciuta.
Lo scheletro è ancora oggetto di studi scientifici volti a una maggior conoscenza del modo di vita di questi cacciatori-raccoglitori. Le successive scoperte casuali della sepoltura di Val Rosna e della mummia del Similaun, hanno confermato la presenza e frequentazione tutt'altro che sporadica nell'arco alpino da parte degli uomini preistorici.
                     

 Descrizione ed Immagini, tratte dal sito del museo.



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