Tratto da: http://www.lescienze.it/news/2012/04/28/news/meteoriti_molto_frequenti_sistema_solare_primordiale-990766/
Due nuovi studi dimostrano che intorno a 4 miliardi di anni fa, la Terra fu colpita da un intenso bombardamento di corpi celesti. Queste stime, che aumentano il numero di impatti calcolati in precedenza, sono in accordo con un modello che prevede una diversa popolazione della fascia degli asteroidi
Sulla superficie della Luna sono molto evidenti, mentre sulla Terra occorrono studi appropriati per portarli alla luce. Sono i crateri da impatto, segni evidenti della pioggia di oggetti provenienti dallo spazio, che nelle fasi primordiali del nostro sistema solare sarebbero stati ancora più frequenti di quanto ritenuto finora.
Due studi pubblicati online dalla rivista “Nature” definiscono ora in modo più preciso rispetto al passato il modello finora accettato per questo tipo di fenomeni: William Bottke, del Southwest Research Institute e NASA Lunar Science Institute, e colleghi, forniscono stime al rialzo del numero di impatti che si sono verificati nel sistema Terra-Luna prima di 2 miliardi di anni fa, mentre B. C. Johnson e H. J. Melosh, della Purdue University, hanno valutato le dimensioni e la velocità dei bolidi che li hanno causati.
Secondo l’ipotesi detta dell’intenso bombardamento tardivo (Late Heavy Bombardment, LHB), prevista dal modello di Nizza - dalla città francese in cui è stato elaborato - durante il periodo Archeano, tra 4,1 e 3,8 miliardi di anni fa, la Luna e i pianeti interni subirono un gran numero di impatti, testimoniato anche dai reperti lunari raccolti dalle Missioni Apollo. Il fenomeno sembra aver avuto origine da un’instabilità nella fascia degli asteroidi, a sua volta causata dalla migrazione dei pianeti giganti gassosi verso le loro orbite attuali.
Le impronte di questi giganteschi impatti si trovano in spessi strati rocciosi che ne contengono tuttora i frammenti: sferule di roccia fusa dal calore sprigionato durante quegli eventi. Lo studio di questi resti è però complicato dal fatto che le rocce archeane sono più rare di qualunque altro tipo di roccia sulla Terra, e che i segni delle sferule da impatto sono stati ritrovati solo in terreni in cui erano presenti condizioni ideali per la preservazione, come nei depositi di scisti sul fondo del mare.
Attualmente sono noti almeno 12 strati di sferule depositatisi tra 3,47 e 1,7 miliardi di anni fa, la maggior parte dei quali durante l’Archeano. L'esteso bombardamento della Terra e della Luna identificato dal modello di Nizza, tuttavia, sarebbe durato da 100 a 200 milioni di anni, non abbastanza a lungo per spiegare le sferule dell'Archeano.
Tenuto conto di queste limitazioni, i ricercatori hanno allora simulato al computer che cosa sarebbe accaduto se fosse stata presente un'altra fonte di bolidi provenienti dal bordo più interno della fascia degli asteroidi tra le orbite di Marte e Giove, per effetto della riorganizzazione della posizione dei pianeti giganti. Dai risultati è emerso che questa struttura del sistema solare primordiale avrebbe prodotto un notevole numero di corpi in grado di colpire la Terra e la Luna.
Secondo i nuovi calcoli, tra 3,8 e 1,8 miliardi di anni fa la Terra fu bombardata da circa 70 bolidi di dimensioni simili a quelle dell'evento collegato all'estinzione dei dinosauri. La frequenza stimata, inoltre, è compatibile con gli strati di sferule da impatto osservati sulla Terra.
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